INAUGURATO A MILANO IL PRIMO HOTEL A SETTE STELLE DEL MONDO
|
Di Stefano Passaquindici Due anni di lavori e dieci milioni di euro di investimento per trasformare locali trascurati per decenni in un piccolo capolavoro ricettivo- l'esclusivo hotel di lusso Town House Galleria - nel pieno centro di Milano. L'hotel , di proprietà della famiglia Rosso, da anni attiva nel mondo alberghiero e del turismo, è situato nel cuore della città, la Galleria Vittorio Emanuele, monumento nazionale, che collega piazza Duomo con Piazza della Scala, dove ha sede il più prestigioso Teatro dell'Opera italiano. L'entrata, privata e limitata ai soli ospiti, è situata in via Silvio Pellico 8, e quasi tutte le suite si affacciano direttamente sulla Galleria offrendo una visione unica della cupola di questo gioiello di architettura di fine Ottocento.Ufficialmente l'albergo verrà aperto agli ospiti questa sera alla presenza delle massime autorità cittadine, che hanno appoggiato con determinazione questo progetto di eccellenza milanese che darà senza dubbio maggior lustro alla città. Il Town House Galleria rappresenta un nuovo ed unico modello di ospitalità pensato per una clientela trasversale che varia dai più sofisticati uomini d'affari a chi viaggia per piacere. THG si allontana da un'idea di ospitalità alberghiera tradizionale e si traduce in una filosofia secondo cui la "casa lontano da casa" diventa espressione concreta. La struttura è composta da 24 suite, dai 25 ai 100 metri quadri di grandezza, ciascuna dedicata ad un musicista famoso, tutte diverse e tutte disegnate e allestite in modo personale ed elegante dall'architetto Ettore Mocchetti , anche direttore della rivista AD. Sotto il diretto controllo dell'Istituto per le Belli Arti, l'Hotel è stato rinnovato rispettando l'atmosfera originaria e le preziose decorazioni - infissi, stucchi e affreschi - dell'epoca. Per contrasto le suite sono state arredate con mobili del design contemporaneo italiano- una sorta di vetrina della nostra creatività a disposizione degli ospiti; i mobili si potranno anche acquistare - un solo pezzo di alto antiquariato per suite , alle pareti gigantografie delle grandi architetture milanesi o dettagli scultorei dei capolavori italiani, e la tecnologia più all'avanguardia del mercato. Tutte insonorizzate e dotate di ingresso con codice personalizzato, tv satellitare su schermo LCD , minibar con ampia selezione delle migliori etichette di vini italiani e champagne francesi, un soppalco con comode poltrone e pianoforte dove gustare una scelta di raffinati liquori, té, caffè e tisane di tutti i tipi. Comodi letti a una due o tre piazze con possibilità di scelta - in fase di prenotazione o di check in - di tipologia biancheria: dal lino al percalle di cotone, dal raso fino alla seta; sei diverse tipologie di cuscini tra cui quelli con imbottitura di piumetta d'oca, anatomica o ortopedica. Fondamentali le luci, studiate appositamente da Mocchetti, che ha trascorso una giornata intera in ciascuna suite per coglierne l'essenza e decidere l'arredo e la tipologia di illuminazione, con lampade uniche che offrono soluzioni cromatiche d'atmosfera, calde e riposanti. Tre ampie sale che si affacciano direttamente sull'Ottagono, costituiscono le parti comuni dell'Hotel:bar, libreria e sala da pranzo dove è possibile gustare esclusivi piatti della tradizione italiana e internazionale. Il costo di ciascuna suite varia da un minimo di 800 ad un massimo di 4000 euro per notte. Prezzo decisamente inferiore a quello applicato da tanti 5 stelle meneghini, per un albergo che a breve verrà certificato, da un organismo internazionale, come il primo hotel a 7 stelle del mondo. Ogni ospite avrà a disposizione per tutta la durata del soggiorno un maggiordomo dedicato, vestito in tight che parla perfettamente più lingue, e che sovrintende ad ogni necessità, dall'accoglienza in aeroporto a bordo di una Bentley con autista, alla visita dell'appartamento e delle parti comuni, dall'apertura del bagaglio e alla sistemazione degli abiti negli armadi, dalla lucidatura delle scarpe allo stiro di abiti e camicie, dal consiglio sui vini da gustare, al riassetto dell'appartamento ogni volta che l'ospite ne esce. A disposizione a pagamento anche un servizio di affitto di gioielli di Damiani, di valet parking e di auto di lusso per essere accompagnati in ogni dove in città; palchi riservati alla Scala - anche per la prima - e nei migliori teatri cittadini; la visita al Cenacolo vinciano accompagnati da una esperta guida, evitando le lunghissime code di attesa; tavoli sempre disponibili in ristoranti sempre al completo per i più, convenzioni con le migliori Spa e palestre dove l'ospite verrà accompagnato. Per informazioni e prenotazioni. tel. 02 89058297; www.townhouse.it. Stefano Passaquindici PROVATO PER VOI Con un misto di emozione e scetticismo ho accettato l'invito a provare, prima dell'apertura al pubblico, il primo hotel a sette stelle del mondo, il Town House Galleria. Emozione per l'idea che proprio la mia città potesse ospitarlo; scetticismo per la stessa ragione: nessuna terrazza dove poter ammirare un tramonto mozzafiato sul mare; nessun paesaggio esotico con possibilità di fasto Orientale; nessun parco privato per racchiudere in una oasi di pace e relax un gioiello a 7 stelle. Insomma nessuna delle fantasie che potrebbero creare la giusta atmosfera di luogo da sogno. Lo scetticismo era dunque d'obbligo. Eppure è bastato varcare la soglia dell'albergo per ritrovarsi in un'atmosfera ovattata, sobriamente lussuosa e, al contempo, piacevolmente familiare. Vito, il mio maggiordomo personale, mi accoglie all'ascensore, mi libera dalle formalità del check in e mi accompagna direttamente in camera. Digitando un codice d'accesso da me scelto, mi permette di accedere alla suite 203, un riuscito mix di antico, antiquariato e mobili di design. Mi illustra l'appartamento e tutte le meraviglie tecnologiche a disposizione; mi chiede discretamente se può disfarmi la valigia mentre un cameriere, magicamente apparso, mi porta un vassoio di delizie: il caviale italiano White Sturgeon Calvisius, ora apprezzato in tutto il mondo, da gustare su tartine con limone, cipolla, uovo e burro, e un vassoio di carpaccio di frutti esotici selezionati, il tutto accompagnato da una bottiglia di ottimo champagne servito in una coppa di Baccarat . Chiedo a Vito di provvedere a farmi trovare le mie camicie stirate - le ho appositamente portate stropicciate da casa, per verificare la cura del servizio -, le scarpe lucidate e l'abito impeccabile da indossare il giorno seguente. Mi accomodo a gustare l'aperitivo di benvenuto seduto su un soffice divanetto di velluto e il mio sguardo spazia sull'ambiente circostante: di fronte a me un tavolino di cristallo rosso e un led di luci in continua modulazione sui toni del giallo e del rosa, donano una calda nota di colore che contrasta il candore del letto e le cromie neutre che riprendono i colori originari dell'antico palazzo dai soffitti estremamente alti. Tanto da ospitare un soppalco perimetrale. Alla mia destra, tra le due finestre incorniciate da tende di raso rosso che si affacciano sulla vivace Galleria, un preziosa ribalta in stile Direttorio in radica noce ospita un PC portatile wireless con un account già predisposto e personalizzato per me, così come un cofanetto di biglietti da visita a me intestati con i recapiti dell'albergo, utilissimi, per una questione di privacy, durante un viaggio d' affari. Salgo la scala con balaustra di cristallo e scopro un ambiente caldo ed intimo, provvisto di un lungo bancone sul quale trovano ospitalità una selezione di tè, caffè, tisane e liquori per addolcire ogni momento della giornata. Mi accomodo su una delle poltroncine colorate del mini-salottino sopraelevato e mi rammarico di non saper suonare il pianoforte Yamaha a mia disposizione. Sorseggiando lo champagne, guardo l'ampio ambiente sottostante e mi soffermo su una gigantografia in bianco e nero della Torre Velasca, un omaggio all'architettura meneghina che ha segnato un'epoca. Il maggiordomo mi annuncia che la cena è servita e, mentre mi accompagna in sala da pranzo, gli chiedo di farmi trovare pronto, al mio rientro in camera, un bagno con acqua fumante e su bordo vasca una tisana rilassante. Lo chef, che ha lavorato nel ristorante da "Aimo e Nadia", mi propone un menù gustoso e leggero accompagnato da un ottimo Brunello di Montalcino. Mentre sto cenando con vista sull'Ottagono, discuto amabilmente con la PR dell'albergo esponendole alcune riflessioni e perplessità da me rilevate su piccoli dettagli della camera. Non faccio in tempo a terminare la conversazione e rientrare nella suite per constatare che tutte le mie richieste sono già state ‘magicamente' esaudite. Dopo un ultimo sguardo sulla Galleria, ormai deserta e proprio per questo ancora più affascinante, con le sculture e i mosaici illuminati a giorno, affondo la testa nella morbidezza dei cuscini di piuma e mi addormento nella quiete di una Milano insolita. La sveglia mi viene data, all'ora richiesta, dal maggiordomo che mi porta in camera un caffè e un bicchiere di spremuta d'arancia. Mentre mi avvio a far colazione nella sala predisposta, un secondo maggiordomo mi prepara con cura la valigia, avvolgendo ogni indumento in fogli di carta velina. Esco dall'albergo con il mio trolley e mentre mi dirigo in redazione, distante poche centinaia di metri, rifletto sulle mie iniziali perplessità e convengo sul fatto che tutto il contesto - dalla posizione invidiabile all'arredamento, dal servizio impeccabile all'atmosfera serena ed elegante - meriti sicuramente l'eccellenza attestata dalle sette stelle.
|