17/02/2008 13:21:16 | |
INAUGURATO A MILANO IL PRIMO HOTEL A SETTE STELLE DEL MONDO | |
Di Stefano Passaquindici Fondamentali le luci, studiate appositamente da Mocchetti, che ha trascorso una giornata intera in ciascuna suite per coglierne l'essenza e decidere l'arredo e la tipologia di illuminazione, con lampade uniche che offrono soluzioni cromatiche d'atmosfera, calde e riposanti. Tre ampie sale che si affacciano direttamente sull'Ottagono, costituiscono le parti comuni dell'Hotel:bar, libreria e sala da pranzo dove è possibile gustare esclusivi piatti della tradizione italiana e internazionale. Il costo di ciascuna suite varia da un minimo di 800 ad un massimo di 4000 euro per notte. Prezzo decisamente inferiore a quello applicato da tanti 5 stelle meneghini, per un albergo che a breve verrà certificato, da un organismo internazionale, come il primo hotel a 7 stelle del mondo. Ogni ospite avrà a disposizione per tutta la durata del soggiorno un maggiordomo dedicato, vestito in tight che parla perfettamente più lingue, e che sovrintende ad ogni necessità, dall'accoglienza in aeroporto a bordo di una Bentley con autista, alla visita dell'appartamento e delle parti comuni, dall'apertura del bagaglio e alla sistemazione degli abiti negli armadi, dalla lucidatura delle scarpe allo stiro di abiti e camicie, dal consiglio sui vini da gustare, al riassetto dell'appartamento ogni volta che l'ospite ne esce. A disposizione a pagamento anche un servizio di affitto di gioielli di Damiani, di valet parking e di auto di lusso per essere accompagnati in ogni dove in città; palchi riservati alla Scala - anche per la prima - e nei migliori teatri cittadini; la visita al Cenacolo vinciano accompagnati da una esperta guida, evitando le lunghissime code di attesa; tavoli sempre disponibili in ristoranti sempre al completo per i più, convenzioni con le migliori Spa e palestre dove l'ospite verrà accompagnato. Per informazioni e prenotazioni. tel. 02 89058297; www.townhouse.it.
Stefano Passaquindici PROVATO PER VOI Con un misto di emozione e scetticismo ho accettato l'invito a provare, prima dell'apertura al pubblico, il primo hotel a sette stelle del mondo, il Town House Galleria. Emozione per l'idea che proprio la mia città potesse ospitarlo; scetticismo per la stessa ragione: nessuna terrazza dove poter ammirare un tramonto mozzafiato sul mare; nessun paesaggio esotico con possibilità di fasto Orientale; nessun parco privato per racchiudere in una oasi di pace e relax un gioiello a 7 stelle. Insomma nessuna delle fantasie che potrebbero creare la giusta atmosfera di luogo da sogno. Lo scetticismo era dunque d'obbligo. Eppure è bastato varcare la soglia dell'albergo per ritrovarsi in un'atmosfera ovattata, sobriamente lussuosa e, al contempo, piacevolmente familiare. Vito, il mio maggiordomo personale, mi accoglie all'ascensore, mi libera dalle formalità del check in e mi accompagna direttamente in camera. Digitando un codice d'accesso da me scelto, mi permette di accedere alla suite 203, un riuscito mix di antico, antiquariato e mobili di design. Mi illustra l'appartamento e tutte le meraviglie tecnologiche a disposizione; mi chiede discretamente se può disfarmi la valigia mentre un cameriere, magicamente apparso, mi porta un vassoio di delizie: il caviale italiano White Sturgeon Calvisius, ora apprezzato in tutto il mondo, da gustare su tartine con limone, cipolla, uovo e burro, e un vassoio di carpaccio di frutti esotici selezionati, il tutto accompagnato da una bottiglia di ottimo champagne servito in una coppa di Baccarat . Chiedo a Vito di provvedere a farmi trovare le mie camicie stirate - le ho appositamente portate stropicciate da casa, per verificare la cura del servizio -, le scarpe lucidate e l'abito impeccabile da indossare il giorno seguente. Mi accomodo a gustare l'aperitivo di benvenuto seduto su un soffice divanetto di velluto e il mio sguardo spazia sull'ambiente circostante: di fronte a me un tavolino di cristallo rosso e un led di luci in continua modulazione sui toni del giallo e del rosa, donano una calda nota di colore che contrasta il candore del letto e le cromie neutre che riprendono i colori originari dell'antico palazzo dai soffitti estremamente alti. Tanto da ospitare un soppalco perimetrale. Alla mia destra, tra le due finestre incorniciate da tende di raso rosso che si affacciano sulla vivace Galleria, un preziosa ribalta in stile Direttorio in radica noce ospita un PC portatile wireless con un account già predisposto e personalizzato per me, così come un cofanetto di biglietti da visita a me intestati con i recapiti dell'albergo, utilissimi, per una questione di privacy, durante un viaggio d' affari. Salgo la scala con balaustra di cristallo e scopro un ambiente caldo ed intimo, provvisto di un lungo bancone sul quale trovano ospitalità una selezione di tè, caffè, tisane e liquori per addolcire ogni momento della giornata. Mi accomodo su una delle poltroncine colorate del mini-salottino sopraelevato e mi rammarico di non saper suonare il pianoforte Yamaha a mia disposizione. Sorseggiando lo champagne, guardo l'ampio ambiente sottostante e mi soffermo su una gigantografia in bianco e nero della Torre Velasca, un omaggio all'architettura meneghina che ha segnato un'epoca. Il maggiordomo mi annuncia che la cena è servita e, mentre mi accompagna in sala da pranzo, gli chiedo di farmi trovare pronto, al mio rientro in camera, un bagno con acqua fumante e su bordo vasca una tisana rilassante. Lo chef, che ha lavorato nel ristorante da "Aimo e Nadia", mi propone un menù gustoso e leggero accompagnato da un ottimo Brunello di Montalcino. Mentre sto cenando con vista sull'Ottagono, discuto amabilmente con la PR dell'albergo esponendole alcune riflessioni e perplessità da me rilevate su piccoli dettagli della camera. Non faccio in tempo a terminare la conversazione e rientrare nella suite per constatare che tutte le mie richieste sono già state ‘magicamente' esaudite. Dopo un ultimo sguardo sulla Galleria, ormai deserta e proprio per questo ancora più affascinante, con le sculture e i mosaici illuminati a giorno, affondo la testa nella morbidezza dei cuscini di piuma e mi addormento nella quiete di una Milano insolita. La sveglia mi viene data, all'ora richiesta, dal maggiordomo che mi porta in camera un caffè e un bicchiere di spremuta d'arancia. Mentre mi avvio a far colazione nella sala predisposta, un secondo maggiordomo mi prepara con cura la valigia, avvolgendo ogni indumento in fogli di carta velina. Esco dall'albergo con il mio trolley e mentre mi dirigo in redazione, distante poche centinaia di metri, rifletto sulle mie iniziali perplessità e convengo sul fatto che tutto il contesto - dalla posizione invidiabile all'arredamento, dal servizio impeccabile all'atmosfera serena ed elegante - meriti sicuramente l'eccellenza attestata dalle sette stelle.
|
|