Friuli Venezia Giulia e Slovenia un territorio senza confini
testo di Giovanni Stefani I confini non ci sono più da tempo: attorno a Trieste e a Gorizia si può entrare in Slovenia senza nemmeno rendersene conto. Il territorio è uno solo: i boschi del Carso, l'Isonzo e l'Adriatico. L'obiettivo anche: attirare un turismo che ricerca la qualità. Friuli Venezia Giulia e Slovenia hanno molte cose in comune: lo racconta la storia, lo svelano i vini e la gastronomia, lo dice la vita quotidiana della gente, che si muove da uno Stato all'altro senza più badare all'antica cortina di ferro, quella che divideva l'Est dall'Ovest. Sono passati vent'anni dall'indipendenza della Slovenia, otto dall'ingresso del Paese nell'Unione Europea, cinque dall'adozione dell'euro: ora i tempi sono maturi per lavorare insieme. Lunedì 7 maggio a Mogliano Veneto (Treviso), nello scenario di Villa Marcello Giustinian, le istituzioni turistiche di Friuli Venezia Giulia e Slovenia hanno fatto la loro prima uscita pubblica comune. Nel corso di "Workshop Slovenia", un appuntamento riservato agli operatori del turismo e alla stampa specializzata, sono emersi i primi particolari di una serie di progetti di promozione condivisi. Si va dagli itinerari enogastronomici ai percorsi per il trekking fino a quelli della Grande Guerra, di cui tra poco ricorrerà il centenario. C'è un piano di lavoro, ci sono numerose idee che nei prossimi mesi prenderanno consistenza. "La Slovenia viaggia veloce - osserva Edi Sommariva, direttore generale dell'Agenzia Regionale Turismo del Friuli Venezia Giulia - e lavorare con i suoi operatori è entusiasmante. Insieme, possiamo guardare ai mercati con maggiore consapevolezza della nostra forza: al mercato veneto, fondamentale per entrambi, ma anche a quello dei Paesi dell'Europa dell'Est". "L'Italia è il nostro primo cliente - dice Gorazd Skrt, direttore dell'Ente nazionale del turismo sloveno in Italia -: i nostri visitatori arrivano soprattutto dal Nordest. Con il Friuli Venezia Giulia stiamo lavorando a numerosi progetti comuni. E' una sinergia alla quale crediamo molto". Nell'occasione, sono stati diffusi alcuni dati sull'andamento del turismo italiano in Slovenia. Dopo i record positivi del 2011 - 400 mila arrivi e un milione di pernottamenti -, si registra un rallentamento. Nei primi tre mesi del 2012 gli arrivi sono calati del 5% e le presenze del 9%, ma, dice Skrt, "contiamo di recuperare velocemente in estate e di replicare i successi dell'anno scorso". "Molto positivo l'andamento delle iniziative a Maribor, capitale europea della cultura 2012" sottolinea Mia Mise, responsabile del marketing della manifestazione a "Workshop Slovenia". Nella seconda città slovena, il mese di aprile è stato dedicato alla cultura italiana con risultati apprezzabili. Le zone termali, le celebri Grotte di Postumia e la capitale Lubiana sono le mete preferite del turismo italiano, che tuttavia sta scoprendo sempre più le zone interne del Paese. Ricoperto per il 60% da boschi, la Slovenia punta molta sulla sua immagine "verde".
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