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L'ARTE RINASCIMENTALE AL MUSEO BAGATTI VALSECCHI, A MILANO


Testo di Grazia Paganuzzi

 

"Non si è voluto fare un museo o una collezione, ma bensì la ricostruzione di un'abitazione signorile della metà circa del Cinquecento donde trovasi oggetti del XV e del XVI secolo dei generi più svariati: quadri, arazzi, tappeti, mobili, armi, ceramiche...utensili domestici di ogni qualità raccolti con studio accurato e restituiti al loro uso originario" Così Giuseppe Bagatti Valsecchi descrisse gli obiettivi e gli intenti con cui volle creare questa dimora, nel cuore della Milano dell'Ottocento, tra via Santo Spirito e via del Gesù, una traversa di via Montenapoleone. Proprio a tal fine intervennero personalità come il marmista Pietro Benaglio o il pittore stuccatore Angelo Stocchetti, per imitare i veri modelli rinascimentali attraverso la decorazione di pareti e soffitti e l'iscrizione di sentenze latine, che ne descrivono il progetto.
Ecco come è nata una delle case-museo più importanti e tra le meglio conservate d'Europa, sostenuta grazie ad una fondazione privata costituita dagli eredi della famiglia, per portare alla conoscenza del pubblico l'imponente patrimonio artistico che vi è ospitato.
Le collezioni rinascimentali sono state disposte nel rispetto dell'allestimento ottocentesco: i saloni di rappresentanza e ricevimento come le camere da letto sono decorati con imponenti camini in pietra retti da figure di animali, impreziositi da soffitti affrescati o intarsiati a cassettoni e arredati con mobili dal tipico stile rinascimentale, in legno scuro e bugnato. Li arricchiscono antichi oggetti d'uso familiare di ceramica o vetro, oro e avorio, né mancano arazzi, armi, armature...Tra questi, nella sala che ospitava i bambini con i loro giochi, si trovano ancora il seggiolone ed il girello in legno dell'800 utilizzati per generazioni, anche quando erano passati di moda.
Infatti la filosofia della famiglia comprendeva il fatto che tutto dovesse essere funzionale alla vita di chi vi abitava e nessun locale fosse precluso, neppure ai bambini. Così uno degli ultimi discendenti narra che da bambino poteva scorazzare giocando con la sua macchinina per i sontuosi saloni arredati di mobili antichi, tra le preziose suppellettili, senza alcun problema.
Il gusto dei fratelli Fausto e Giuseppe Valsecchi per lo stile rinascimentale si fonda indubbiamente sulla cultura ottocentesca, volta a trovare nel passato ispirazione per l'espressione artistica. In particolare la monarchia sabauda appena costituita con l'unità d'Italia indicava nel Rinascimento il periodo più adatto per identificarvisi, al fine di consolidare l'ancora debole identità nazionale. Sicuramente l'epoca, che aveva trovato il suo apogeo con Ludovico il Moro, rappresentò uno dei periodi culturalmente più felici nella storia della città, che con soddisfazione poteva quindi specchiarvisi, essendo già protagonista di una rapidissima ascesa economica. Quell'antico primato artistico poteva sposarsi a ragione con la sua nuova immagine.
Tra le più importanti opere d'arte ospitate nel palazzo vanno ricordati in particolare dipinti come S.Giustina di Giovanni Bellini, San Giovanni Battista di Bernardino Zenale e la Madonna in trono con Santi del Giampietrino.
Scrisse l'architetto Vespasiano Parravicini nel 1885: "...non vi è parte, anche secondaria, che non sia antica...per cui tutto riesce armonico e perfettamente in stile."
Il Museo Bagatti Valsecchi fa parte del circuito delle Case-Museo di Milano restaurate dal FAI aperte al pubblico.

 

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Pubblicato in: Articoli
tag : prima pagina; reportage
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