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LIBIA, L'ARCHITETTURA DEL VENTO


testo e foto di Elena Pizzetti
 

Nel Fezzan tra dune dalle forme sinuose, altopiani rocciosi e picchi di arenaria erosi, si nasconde una immensa galleria d'arte preistorica a cielo aperto con grandi graffiti e pitture rupestri.


«Ascolta, sentirai solo il vento e il soffio del tuo cuore». Sluma, la nostra guida dauada, mi insegna ad ascoltare il deserto. Sulle dune dell'Erg Murzuq, nel sud-ovest della Libia, si sentono solo il rumore dell'aria e il soffio del proprio cuore che sembra battere al di fuori dei confini del corpo. Nel silenzio la percezione della propria vita si amplifica, perché non si può evitare a lungo di ascoltarsi. Scendere a piedi nudi 150 metri di sabbia, che al tramonto si accende di rosso, e tornare al campo, aspettando con ansia lo spettacolo delle stelle, è un'emozione che muove corde infantili di attesa e di stupore.
L'Erg Murzuq è un oceano di dune, alte anche centinaia di metri, che si estende per 60.000 chilometri quadrati. E' un mondo fatato per il suo nitore, privo di polvere e di rumore, abitato solo dal vento che sposta la sabbia e dal sole che tinge di luce e di ombre le dune, rendendole a tratti scintillanti come seta e a tratti intense come velluto. C'è una plasticità grafica data dal gioco dei volumi e dei colori. Sorprende, in questa sconfinata vastità, imbattersi nelle tracce delle proprie radici che affondano in un'epoca durante la quale il Sahara era verde. Di fronte al letto di un antico fiume che raccoglieva le acque dell'altopiano nero del Messak Setaffet, Mathendush è una «cattedrale» preistorica dove i graffiti raccontano scene di un mondo antico, reale e mitologico. Qui, su una falesia di 50 metri, circa diecimila anni fa l'uomo cacciatore-raccoglitore ha inciso nell'arenaria immagini stilizzate di bubali (antichi bovini estinti), giraffe immortalate nell'atto di essere catturate grazie a una trappola, e due figure di animali immaginari, eretti sulle zampe posteriori, chiamati per il loro aspetto «Gatti-Mammone».
Poco distante, a Tiksatin, in un paesaggio lunare di massi e ciottoli neri, circa 9000 anni fa l'uomo, questa volta già pastore, ha inciso scene di mungitura e una mandria di bubali che sorprende per il senso della prospettiva. Questo angolo di Sahara è un'immensa galleria del nostro passato remoto e per terra è facile trovare pestelli e frammenti di roccia lavorata. Si procede verso il parco nazionale del Tadrart Acacus attraversando l'erg di Uan Kaza, dove si trovano morbide dune e tracce di antichi paleolaghi. Il Tadrart Acacus, dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'Umanità, è attraversato da fiumi fossili tra rocce erose in forme curiose, dune e distese dove la sabbia a tratti passa dal bianco al rosso al nero, con creste sinuose e numerose pitture preistoriche in grotte e ripari. Rimandano quasi a Gaudì i picchi modellati dalla mano eolica nella regione dell'Auis, dove la duna più famosa è una specie di castello persiano fatato. Qui sorge il campo tendato Dar Auis, a gestione italiana, del land operator Dar Sahara: trenta ampie tende dotate di pavimento, luce elettrica, letti, bagno e doccia privati con acqua calda. La sera si prova l'ospitalità del deserto nella tenda beduina dove i tuareg offrono il loro tè verde da prendere tre volte: prima amaro come la morte, poi forte come la vita, e in ultimo, dolce come l'amore. Altro luogo dotato di ogni confort è il Dar Germa Hotel di Germa, dove si può visitare Garama, la capitale dei Garamanti, antichi signori del deserto che inventarono il commercio transahariano e che si scontrarono con la conquista romana. Da Germa si parte per le dune dell'erg di Ubari, dove nella ramla dei Dauada, incastonati nella sabbia, si trovano 24 laghi di cui 12 con acqua salmastra. Un tempo tre erano abitati dai Dauada, popolazione che viveva commerciando sale, datteri e piccole larve raccolte sulla superficie dell'acqua, e ancora oggi, attorno al lago di Mandara tra le palme di datteri, si vedono i resti delle loro case in mattoni impastati con il sale. Niente paura per i vertiginosi saliscendi in fuoristrada: oltre a essere meccanici, guide e piloti eccezionali, i Tuareg sono in grado di risolvere anche i problemi di stomaco con un briciolo di artemisia conservata con amore in un libro. Questo è un mondo che si abbandona a malincuore. Alla partenza mi conforta Sluma con un detto tuareg: «La gente si incontra sempre, solo le montagne non si incontrano mai».

«Adenium - Soluzioni di Viaggio» (tel. 02.6997351, www.adeniumtravel.it), «I Viaggi di Maurizio Levi» (tel. 02.34934528, www.deserti-viaggilevi.it) e «Viaggi dell'Elefante» (tel. 06.60513000, www.viaggidellelefante.it) propongono un itinerario di 8 giorni nel Fezzan, oltre a dedicare una visita a Tripoli e una a Leptis Magna, la città romana tra le più ampie e meglio conservate del Mediterraneo. Voli di linea Libyan Airlines da Milano e Roma, trasferimenti ed escursioni in fuoristrada con guide di lingua italiana, da 1.830 euro in pensione completa. Partenze settimanali fino a fine aprile. Prolungando di due giorni è possibile visitare la città fenicio-punica-romana di Sabrata, con il suo scenografico teatro.

 

Articolo pubblicato su Il Giornale 

 

 

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Pubblicato in: Articoli
tag : prima pagina; reportage
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