SECOLI DI STORIA NEL CASTELLO DI BRESCIA
SECOLI DI STORIA NEL CASTELLO DI BRESCIA Testo di Grazia Paganuzzi Piano piano ci si stacca dal mondo, risalendo per una delle stradine e scalette che conducono, al di sopra di Brescia, in cima alla collina. Si viene lentamente avviluppati dal silenzio in mezzo al verde, davvero rigoglioso nella bella stagione. Quando si giunge alla sommità, si scorge l'antica Porta d'ingresso del castello che per secoli e tuttora domina l'intera città. Lo sguardo si perde davanti ad una vista sconfinata che spazia dai tetti della parte più antica fino alle Prealpi, più nitide nelle terse giornate di sole. Il Castello si affaccia sul riposante verde del parco cirostante, con i suoi torrioni e masti, celando rivelli, ponti, ballatoi e gallerie insieme ad una storia lunga sette-otto secoli. Visitandolo si comprende che venga considerato una delle fortezze più grandi e meglio conservate dell'Italia Settentrionale. Alla metà del Cinquecento risalgono i possenti bastioni, collegati tra loro da cortine di mura, così come il portale d'ingresso dominato dal Leone di San Marco, che rivela l'inequivocabile presenza della Repubblica di Venezia, dominatrice della città per oltre quattro secoli. In cima, si erge al di sopra di tutto il Mastio, voluto dai Visconti di Milano intorno alla prima metà del Trecento: è il nucleo più antico e fu costruito sui resti di un grande tempio romano, insieme alla Torre della Mirabella, considerata l'unico esempio di età comunale. Accanto ad essa si trovano i resti della Chiesa di S.Stefano dei sec. VII-XIII°. Nel cortile adiacente, ad un piccolo bassorilievo della Vergine col Bambino è dedicata la scritta: "Proteggi nei nostri animi o Maria la fede e la forza onde Brescia diede nei secoli sublimi eroi di Dio e della Patria" Si respira già l'anima della città... All'interno del cortile si accede nel Mastio dove ha sede un interessante museo delle Armi, risalenti soprattutto al 1500, una delle più ricche raccolte europee. Si tratta di armi bianche, da fuoco e armature, secondo i vari stili divisi per epoca e tipologia. Nell'ambito della collezione donata da Luigi Marzoli nel '65 alla città, spiccano le fiere armature a cavallo,così come spade e rotelle finemente decorate da parata, che riportano a tempi lontanissimi in cui il rumore del traffico era sostituito dal calpestio dei cavalli sul sentiero e dal frastuono metallico delle armi.... La porta d'ingresso, che collega il Bastione di San Marco a quello di San Faustino, fu il risultato di una completa riforma del tracciato delle fortificazioni . Da qui si raggiungono rapidamente il Piccolo e il Grande Miglio, edifici sorti alla fine del sec XVI° ed adibiti a magazzini di granaglie: nel 1609 ne contenevano 7000 mentre nei depositi delle artiglierie erano conservate 57.000 palle di cannone, con colubrine ed archibugi...Oggi il Grande Miglio dal 1959 ospita il Museo del Risorgimento. "Cittadini ! Capua dinnanzi alla quale caddero tanti nostri fratelli è caduta: oggi c'entrarono le truppe di Garibaldi. Dinnanzi ad una causa giusta nulla resiste..." Così scriveva nel 1860 il sindaco alla città di Brescia. Siamo in pieno Risorgimento, periodo così ricco di ideali, di passione e di amor patrio a cui tutto veniva sacrificato, che non poteva non lasciare un segno nella memoria di questa città e del nostro paese, nonostante gli errori e le tante tragedie. Brescia in particolare, come si è già citato non avrebbe mai potuto dimenticare il sacrificio dei suoi "figli", soprattutto nelle famose "Dieci Giornate" del 1849... Tutto qui è narrato attraverso dipinti, iscrizioni e persino oggetti, compresa l'avventura garibaldina, commemorata da celebri quadri e dalle giubbe rosse: "Trovammo il Generale nel portico di una chiesa. Era steso nel vestibolo col capo appoggiato sulla sella spossato di fatica: dormiva. (Milazzo, 21 luglio 1860). L'aspetto umano del generale autore della impresa dei Mille viene così commentato a parole, ma in modo altrettanto espressivo riprodotto nel dipinto esposto, così come il doloroso sguardo che supervisionando l'andamento di una battaglia, vedeva cadere tante vite...: "Là vidi Garibaldi a piedi, colla spada inguainata...,andare innanzi lento e tenendo d'occhio tutta l'azione. Cadevano intorno a lui i nostri..." Così viene poi riportato un commento sul periodo che seguì all'Unità: "Son quattordici anni che le province meridionali fanno parte del Regno d'Italia. Venimmo promettendo di portare giustizia, onestà..., moralità, istruzione...,pensiero...Fino a qual punto le abbiamo mantenute ? (Leopoldo Franchetti, 1873). Non si può non attraversare, al di fuori, il Ponte Levatoio e dare un'occhiata alla Torre dei Prigionieri, costruita su tre livelli...: datata circa dal 1337 al 1403, venne poi rifatta dai Veneziani intorno alla seconda metà del XV° secolo. Dall'alto si spazia paradossalmente nell'aere libero, dove gli uccelli fanno a gara, disegnando vortici nell'azzurro, mentre si rimane inebriati dal profumo delle verdi corti fiorite in primavera. Si spera ancora che possa essere cominciata una nuova era... Grazia Paganuzzi
|