IL VALPOLICELLA VOLTA PAGINA
Un'uva unica, un territorio nobile, un progetto innovativo, che riunisce alcune delle più interessanti personalità dell'enologia veronese.
Testo di Leonella Zupo
Per il vino della Valpolicella è ora di ‘Oltar pagina. Ne sono convinti Alberto Quintarelli, Francesco Petacco ed il team Genio del Pago con Stefano e Paolo Cottini, Aldo Ghira e Marco Piacentini, che il 3 dicembre hanno presentato al Due Torri Hotel Baglioni di Verona l'esclusiva etichetta ‘Oltar, in edizione limitata. La suggestiva cornice ad arcate del monumentale Due Torri, importantissimo punto di riferimento per il territorio, ha fatto da perfetto scenario per il debutto della cantina. Un nuovo modo di conoscere il vino e i suoi produttori, un magnum all'asta per scopi benefici, un'inedita modalità di vendita: come avviene in Borgogna per le migliori bottiglie, per la prima volta nel capoluogo scaligero è stato possibile acquistare il nuovo vino interamente "made in Fumane" en première, in anteprima. Con una filiera ridotta all'osso in favore della completa trasparenza, il Genio del Pago ha spostato l'accento dalla denominazione all'origine, iniziando a stimolare la curiosità degli appassionati, che per il primo assaggio dovranno aspettare la primavera.
Siamo in Valpolicella, distretto enoico benedetto dalla natura che, lungi dal necessitare altri ettolitri, ha bisogno di rinnovamento, focalizzazione sulla qualità e genuina passione per il prodotto vino più che per il business. Si sta attraversando una delicata fase di transizione, la cui portata sembra non essere ancor ben percepita. Il consumatore vuole una chiara linea di demarcazione tra la bevanda alcolica e vino di qualità che esalti con il suo profilo organolettico territorio, uvaggi e tecnica enologica. L'espansione degli impianti vinicoli, passando attraverso la diffusa tendenza alla monocoltura, non è risposta a quanto il consumatore cerca. Tantomeno lo è la risposta che si basa sulla sola "denominazione" del prodotto, spesso ridotta ad una mera procedura amministrativa. Il mercato sarà inesorabile arbitro che premierà chi pone il consumatore ed il vino in testa al processo produttivo ed economico. Gli esempi non mancano anche qui, in Valpolicella, sull'onda di quanto fanno da decenni con rigore e disciplina i cugini d'Oltralpe nei distretti votati alla qualità.
Ma è la passione la spinta vincente in ogni iniziativa imprenditoriale, per piccola o grande che sia. Alberto Quintarelli, nipote del mitico Giuseppe e mai domo appassionato eno-gastronomico, ebbe alcuni anni fa l'idea di unire cultura enoica locale con la visione imprenditoriale di qualcuno che operasse nell'altamente competitivo mondo industriale e finanziario. Nulla di rivoluzionario; centinaia sono i benestanti adepti enoici che si sono cimentati con successo nella produzione del vino. Ma l'anima dell'idea non è il desiderio di ripudio dello stress per vivere la gratificazione del contatto con la natura e le sue radici fisiche e metaforiche, mirando innanzitutto alla qualità della vita, doppiamente premiata se il risultato è un grande vino. Il soggetto dell'idea di Alberto non è l'individuo quale novello vignaiolo/enologo, ma il vino e la realizzazione del progetto che ne scaturisce ruota intorno al vino e ad esso si deve adattare. Alberto ne parlò con alcuni potenziali partner nel progetto e si offrì di far da mentore all'iniziativa. Così nacque Genio del Pago, un nome che vuole stabilire un forte legame con il territorio e si basa su elementi storici di epoca romana, risalenti a più di duemila anni fa e ricavati da iscrizioni documentate nel Museo Lapidario di Verona. Genius, ovvero Genio, indicava il nume tutelare delle attività locali del distretto romano Pagus, ovvero Pago. Il nome Genio del Pago è in onore dell'entità spirituale che tutela la zona di origine di questo vino. Lo scopo è quello di produrre vini che esaltino al massimo livello la struttura degli uvaggi a disposizione, senza compromessi di alcun genere, privilegiando freschezza e godimento di sapori e struttura anche in età relativamente giovane. Il team della proprietà include Stefano e Paolo Cottini, ottimo vignaiolo il primo e appassionato enologo di famiglia il secondo. Ne sono il nucleo produttivo. Stefano e Paolo continuano anche a condurre l'azienda di famiglia ma dedicano il meglio dell'esperienza e delle conoscenze tecniche a Genio del Pago. Marco Piacentini opera nel mondo finanziario come gestore di patrimoni: ha un dichiarato desiderio di convertire almeno parte della propria consolidata capacità professionale con un vincente contributo alla realizzazione di vini eccelsi. Aldo Ghira, imprenditore e manager di lungo corso nell'industria, ha già fatto la scelta di lasciare quanto l'ha impegnato con successo sino a ieri per mettersi a disposizione del mondo del vino con l'intransigente obiettivo della qualità, offrendo al team le sue esperienze di gestione. Stefano e Paolo mettono a disposizione dell'azienda le uve provenienti da tre loro vigneti situati nella valle di Fumane rispettivamente in località "Cà Beppeti", "Ronchiel" e "Carpané". Sono terreni con struttura morfologica ed esposizione complementari tra loro tali da generare uve adatte alla realizzazione di vini caratterizzati da freschezza ed intensità di sapori. Genio del Pago si avvale inoltre del supporto di Francesco Petacco, enologo che suggerisce, controlla e valida l'intero processo enoico dell'azienda. Marco Fasoli con il proprio team Fascino di Vino che cura l'attività di marketing. Marco Campedelli che sviluppa l'immagine aziendale. Oltre naturalmente ad Alberto Quintarelli, nella sua veste di mentore aziendale ed ambasciatore presso il mondo enologico del Veronese. Il primo nato da questa idea, filosofia ed impegno sarà ‘Oltar 2006, pronto da gustare nella primavera 2009.