Testo di Laura Colognesi
In barca, a piedi o in bici si percorrono senza fretta i territori rurali di
pianura, incuneati fra i grandi fiumi d'Italia, Po e Adige, motori dell'
economia locale. Un territorio, quello polesano, dove l'acqua diventa l'
elemento dominante, sia visivamente che concettualmente, creando un sistema
idroviario unico in Europa per estensione, fascino naturale e fruibilità. Il
progetto di cooperazione interterritoriale "TUR Rivers Turismo Rurale tra i
grandi fiumi", con capofila il Gal Polesine Adige, nasce per valorizzare il
territorio rurale di pianura tra Veneto ed Emilia Romagna attraverso il
contatto con la natura e la tradizione contadina e coinvolge i territori di
sette Gal distribuiti su cinque province e due regioni (Polesine Delta Po; l'
Antico Dogado in provincia di Venezia; il Delta 2000 per le province di Ferrara
e Ravenna; il Gal patavino, il Gal Bassa padovana per la provincia di Padova e
il Gal pianura veronese per la provincia di Verona). Una mescolanza di verde,
dato dalla natura rigogliosa, e di azzurro, del quale si dipinge il fiume
rispecchiando il cielo terso. II ritmo è quello del fiume che scorre, mentre la
tranquillità ci pervade.
Dal Pontile sul Canalbianco di Arquà Polesine si naviga per circa 3 ore per
raggiungere Canda, piccolo centro polesano dove il tempo sembra essersi
fermato. Polesine terra d'acque, di paesaggi sognanti e di atmosfere infinite,
colonizzato da Paleoveneti, Greci, Etruschi, Romani, dalla Serenissima e dalla
Carboneria Italiana. Tra i due principali fiumi d'Italia, l'Adige a nord e il
Po a sud, che confluiscono nell'Adriatico formando un delta di sette rami,
nella parte più meridionale del Veneto, la provincia di Rovigo s'estende per
oltre cento chilometri in lunghezza. Il Polesine è un territorio straordinario,
frutto di millenari interventi di bonifica. Un territorio nato della tenacia e
della dedizione dell'uomo, che qui ha saputo costruire un rapporto
indissolubile con l'acqua, un legame rispettoso che ha dato i suoi frutti: una
provincia fertile, adornata da piccoli porticcioli di pescatori e da isole
sconosciute da scoprire senza fretta. La provincia di Rovigo unisce ad una
natura sorprendente la ricchezza storica e culturale delle città d'arte e dei
50 piccoli comuni che la compongono, nelle architetture delle ville, nei
palazzi e nelle chiese dei piccoli borghi, nei musei ma anche nelle tradizioni,
nella gastronomia, nel calore della gente. Il Polesine ovunque, da ovest a est,
è anche straordinario palcoscenico naturale, dove l'acqua si muove maestosa,
tra golene e isole sabbiose e il Po, con il suo delta, arriva placido al mare
attraverso un labirinto di acque e canneti, paradiso per una fauna variegata
che popola grandi pianure attraversate da una fitta rete di corsi d'acqua.
Procedendo verso l'entroterra sono più visibili le tracce dell'uomo che per
lunghi secoli ha lottato per la sopravvivenza; ecco allora le grandi corti
rurali, le immense distese di campi coltivati, le risaie, le antiche idrovore,
i ponti, le conche di navigazione, le valli da pesca, i canali. Bagnata dal
Naviglio Adigetto, che divide il comune di Badia in due aree distinte, il fiume
Adige è il confine naturale tra le province di Rovigo e Padova collegate da un
ponte (Badia - Masi).
A Badia merita una visita il Teatro sociale "Eugenio Balzan", un piccolo
gioiello d'architettura. Costruito nel 1812 per volontà e a spese del badiese
Bartolomeo Dente, il teatro presenta una facciata disadorna ma l'interno è
ricco di bellissime decorazioni e dipinti. Il palcoscenico conserva ancora
intatti i macchinari in legno originari. Il percorso che attraversa Badia,
Fratta Polesine e Villamarzana è adornato da superbe ville venete, capolavori
di architettura e microstorie di famiglie e comunità, patrimonio d'arte opera
di innumerevoli architetti, pittori, scultori. Villa Badoer, progetto di Andrea
Palladio a Fratta Polesine, detta anche 'La Badoera', è di proprietà della
Provincia di Rovigo, monumento nazionale patrimonio Unesco e commissionata da
Francesco Badoer al celebre architetto. La costruzione avvenne attorno al 1555
e il disegno della villa, con alcune differenze rispetto all'attuale, è
presente nei celebri Quattro Libri dell'Architettura del 1570.
L'edificio residenziale è una semplice volumetria a cui si accede per una
ampia e articolata scalinata che immette nel monumentale Pronao. Sul portico
del Pronao (e negli interni) vi sono decorazioni affrescate di Giallo
Fiorentino con fantasiose 'grottesche' alla moda nella metà cinquecento.
Circondata da barchesse che si estendono a semicerchio, come due ali con ampi
porticati sostenuti da colonne, la villa è impreziosita da giardini adornati da
fontanelle ed eleganti statue. Presso la Barchessa di Villa Badoer si trovano i
reperti degli scavi di insediamenti protostorici veneti provenienti soprattutto
dall'insediamento di Frattesina, uno dei più importanti della cultura
protovillanoviana, dall'età del bronzo (XIII sec. a.C.) agli inizi dell'età del
ferro (X sec a.C.).
Caratterizzante la cultura villanoviana sono le 'Situle' (secchie in bronzo)
cinerarie rinvenute nella necropoli di Frattesina.
A Gognano, lungo la strada che collega Fratta Polesine con Villamarzana, tra
il Po e l'Adige, Villa Cagnoni-Boniotti è un prezioso intervento dell'
aristocrazia veneziana nell'ambito della riconversione agraria avvenuta tra il
400 e il 500. L'edificio padronale, in linea con i montaggi cari all'
architettura di villa rurale di Palladio, richiama il palazzetto rustico, che
viene arricchito nell'ingresso principale della villa, e la corrispondente
porta-finestra sul salone passante al primo piano, con due interventi
decorativi in pietra di Vicenza, in buono stato di conservazione.
Al piano terra l'inserto lapideo richiama il tema del bugnato, forse in un
indiretto riferimento al Palazzo Roncale di Rovigo, di cui conserva anche la
sequenza dell'intervento al piano superiore, in questo caso un'apertura a tutto
sesto con un doppio ordine sovrapposto di lesene sormontato da una cornice. Un
altro elemento di pregio è rappresentato dalla cornice dentellata che riguarda
l'intero perimetro del sottotetto dell'edificio, di modi tardo rinascimentali.
La villa fu anche utilizzata dai carbonari, probabilmente di Fratta Polesine,
per i loro incontri segreti. Infatti abbiamo riscontrato, durante i lavori di
restauro, l'esistenza di passaggi segreti come un tunnel che corre sotto la
villa e si narra che esso continuava sino a raggiungere la vicina Fratta
Polesine. Ancora visibile un finto cantonale che permetteva ai carbonari di
fuggire attraverso le scale di servizio, ed un foro nel muro delle scale
principali , che portavano nel granaio sotto il tetto, dal quale i carbonari
potevano oltreché spiare anche sparare contro eventuali inseguitori.
Info Gal Adige
www.galadige.it
Navigazione: Delta Tour
www.deltatour.it
Dormire nella natura: Agriturismo Le Clementine a Badia Polesine, con cucina
tipica polesana realizzata da Luciana secondo le ricette di un tempo. Camere in
legno e vendita prodotti tipici casalinghi, punto di partenza ideale per
escursioni in bici o a piedi. Prenotazione consigliata, www.leclementine.it
Museo dei Grandi Fiumi: Rovigo, mail museograndifiumi@comune.rovigo.it,
martedì-venerdì ore 9-13, sabato e domenica 10-13 / 16-19. Ingresso 3 euro.