testo di Giovanni Stefani
C'è un film girato a Chioggia che è arrivato alla Mostra del Cinema di Venezia, ha ricevuto molti riconoscimenti ed è stato venduto in trenta Paesi. Si chiama "Io sono Li", e potrebbe trainare il turismo in una zona poco conosciuta del Veneto se soltanto fosse "accompagnato" da un'azione di marketing del territorio. "Nessuno, invece, si è preoccupato di valorizzare il fatto che è stato realizzato qui" dice il suo produttore, Francesco Bonsembiante, uno dei soci di Jole Film, la casa di produzione cinematografica di cui fa parte l'attore Marco Paolini. Bonsembiante è stato il protagonista della serata "Il Gist incontra... il cinema", promossa dal gruppo triveneto - e in particolare dal socio Renato Malaman - nell'affascinante cornice del Castello della Montecchia, alle porte di Padova. Due ore di dialogo fitto con i giornalisti ed alcuni ospiti qualificati.
Il caso di "Io sono Li", diretto da Andrea Segre, è esemplare perché racconta di un Veneto che fa, produce ma, come spesso accade, non sa comunicare abbastanza. Sono migliaia i film girati in questa regione: dal lago di Garda a Padova, dalle Dolomiti di Cortina alle ville palladiane di Vicenza fino a Venezia, senza dubbio una delle città più amate dai registi internazionali. Ma il mondo del cinema denuncia la mancanza in Veneto di una vera "film commission" che sia pienamente operativa ed efficace. In realtà le film commission provinciali ci sono, ed alcune si danno anche da fare, dice Bonsembiante, e così pure esiste quella regionale, affidata però alle cure di funzionari pubblici che, pur volenterosi, "hanno altro da fare, fanno un altro mestiere".
Le esperienze maturate in altre zone d'Italia raccontano storie diverse. In Piemonte, dice Bonsembiante, la film commission regionale è stata affidata a un manager industriale che nel giro di due anni "ne ha fatto un gioiello" capace di attirare produzioni cinematografiche e di attivare sinergie economiche. In Puglia, testimonia il produttore, le cose funzionano molto bene, e molti passi avanti sono stati fatti in Toscana. Per non parlare del Trentino: "Abbiamo girato poche settimane fa nella Valle dei Mocheni - dice Bonsembiante - e sono letteralmente subissato di richieste di fotografie, informazioni ed interviste da parte di Trentino Marketing, la società pubblica che cura la promozione del territorio per conto della Provincia". E poi c'è il Lazio che "dà agevolazioni", c'è il Friuli Venezia Giulia "dove ci sono i location manager e il regista Tornatore si è trovato così bene da tornarci", ci sono l'Austria e la Slovenia "dove hanno investito molto nei teatri di posa" In Veneto, invece, poco o niente: "Eppure potrebbe essere il baricentro di tutto questo".
E allora, nel corso della serata-incontro con il Gist, Bonsembiante ha lanciato un appello affinché si arrivi "con un passaggio politico forte" alla definizione di una struttura economica "sganciata dalla Regione" che gestisca "tutti i finanziamenti che pur ci sono, anche se distribuiti a rivoli" e diventi un reale anello di congiunzione tra le produzioni cinematografiche e il territorio, affiancando i film con una attività continua e penetrante. In concreto, dice Bonsembiante, servono professionisti preparati per fornire risposte rapide alle produzioni sui luoghi, sui noleggi, sulla ricettività; un ufficio stampa serio, l'organizzazione di conferenze-stampa e visite ai set di ripresa, pubblicazioni legate alle produzioni, studi dei flussi turistici nei mesi successivi all'uscita del film. "In Veneto si calcola siano stati girati tremila film, ma chi se lo ricorda? Tutto questo è scomparso dalla memoria". Il cineturismo, insomma, potrebbe diventare un settore strategico nell'economia di questa regione.