Testo di Giovanni Stefani
A Sofia si svolge il primo workshop "Italia in Bulgaria", dedicato alle imprese del turismo. Ne parliamo con Michele Palumbo, amministratore delegato del tour operator Meriva, sede centrale a Castelbellino, Ancona.
- Di recente, Meriva ha aperto una filiale proprio in Bulgaria. Perché questa scelta, Palumbo?
"Perché all'estero ci possono copiare tutto meno che il turismo. Mentre la borsa di made in Italy, di qualsiasi marca, la possono replicare, se uno vuole vedere la Cappella Sistina a Roma, quella non si replica. Perché la Bulgaria? La Bulgaria è una terra che permette, perché abbiamo la tassazione al 10 per cento, una velocità della tecnologia che fa spavento, ovvero siamo in fibra ottica, e perché c'è la più alta concentrazione di popolazione che parla due-tre lingue. La Bulgaria è un paese che fa parte dell'Europa, ma di quell'Europa che non viene mai nominata. C'è una popolazione frizzante, l'economia cresce al 3,8 per cento l'anno, la gente ha voglia di fare. E poi, dopo che gli abbiamo dato le catene di McDonald's, le catene Ikea e quant'altro, adesso per questi signori la voglia di conoscere e di sapere si trasforma nell'acquisto di viaggi".
- Che risultati avete ottenuto o pensate di ottenere su questo mercato?
"Siamo riusciti a fare molti contratti per l'anno prossimo portando le strutture italiane. Poiché i bulgari viaggiano nei periodi di aprile, maggio e giugno e poi settembre-ottobre, ovvero nella bassa stagione, diciamo che serve tantissimo all'economia turistica italiana".
- Quali sono le zone italiane che rendono di più in Bulgaria?
"Le zone più conosciute sono Roma, Venezia e Napoli; poi abbiamo lanciato la Sicilia che è andata fortissimo, tanto che abbiamo fatto dodici charter... L'Italia comunque rappresenta un miraggio, una meta... Appena dici sono italiano rispondono: ah, io conosco l'Italia! E gli brillano gli occhi".
- Meriva ha maturato esperienze in Russia e in Polonia. Che mercati sono? Com'è vista l'Italia?
"L'Italia è vista molto bene. Sono mercati molto frizzanti. Considerate che loro acquistano la Sardegna e vengono in macchina dalla Polonia! Cioè: l'Italia è l'Italia! L'Italia è vista bene, l'Italia è il bel Paese, è la buona cucina, la buona cultura, è stile... Tutto quello che si racchiude in una parola: made in Italy".
- Che cosa deve fare il turismo italiano per conquistare i clienti dell'Europa centro-orientale?
"Deve uniformarsi e strutturarsi per andare a prendere la domanda che viene generata in questi paesi. Il gap che noi abbiamo sta nelle lingue: se tu non sai nemmeno l'inglese sarà difficile che ti vengano a cercare, in sostanza".
Servizio trasmesso in "Estovest" (Radio 1 Rai) il 23 settembre 2012