testo di Carlo Torriani
Si svolgerà a Ferrara dal 25 al 27 maggio la 16° edizione della "Borsa del Turismo delle 100 Città d'Arte d'Italia". Per tre giorni nella piazza del Centro della città ci sarà l'occasione per conoscere i tesori, purtroppo, poco conosciuti dei piccoli centri e delle Città d'Arte italiane. Si tratta di arricchire il proprio bagaglio culturale con le ricchezze che il nostro paese dispone e spesse volte non vengono opportunamente propagandate unitamente alle tradizioni enogastronomiche, un binomio vincente sotto tutti i profili che consentono anche di dare un impulso economico al territorio.
Molti sono gli eventi programmati: dagli spettacoli ai convegni e in particolare il Workshop commerciale di sabato 26 dalle ore 9 alle 14 che consentirà, anche tramite un sistema informatico, ai Tour Operator di sfruttare al meglio gli incontri commerciali. "L'importanza di questa Borsa - precisa Maria Chiara Ronchi , direttore della Borsa , - è frutto di un'accurata selezione tra le tante richieste pervenuteci. Il turismo culturale non si occupa unicamente del territorio o dei musei; racchiude questi due mondi in un unico intreccio dove uno compensa l'altro, compresa la scoperta di tradizioni, opere d'arte e paesaggio".
La manifestazione è stata recentemente presentata a Milano alla quale hanno partecipato, fra gli altri, Pier Giorgio Piccioli, presidente della Confesercenti Lombardia e Stefano Maullu assessore al commercio, turismo e servizi Regione Lombardia che hanno sottolineato l'importanza di questa Borsa per far conoscere i numerosi tesori lombardi situati anche nei centri minori della Lombardia come Vigevano, Castelseprio, Sabbioneta, ecc.. mentre Alessandro Osti, direttore Confesercenti di Ferrara ha sottolineato che "l'evento serve per mantenere viva la realtà locale, affacciandosi alle politiche turistiche con un'ottica di espansione che non è facile, ma sembra essere la strada più giusta da perseguire per creare reti e contatti con turisti e visitatori italiani ed esteri per cui il turismo è un'industria e come tale non va pensata come una fonte economica collaterale cioè un motore in movimento e inarrestabile. Nonostante la crisi la gente continua a viaggiare e visitare luoghi e territori perché la voglia di conoscere è insita nella natura umana e quindi bisogna approcciarsi al mercato turistico con un'ottica più strutturata e concreta".
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