testo di Dora Ravanelli
L'oro delle chiese ortodosse e l'acciaio dei palazzi, i marmi del rinnovato Bolshoi e il cristallo dei centri commerciali: sull'anima russa soffia il vento della modernità
Sono tornati gli zar. O forse non se ne sono mai andati. E' stato solo un brutto sogno. Mosca brilla di luce nella penombra dell'inverno russo. Cade la neve. Tutti i palazzi storici sono illuminati a giorno. A cominciare dal Cremlino, cuore della capitale, per finire alle "sette sorelle" volute da Stalin negli anni 50 a ospitare altrettanti ministeri, massicci grattacieli circondati da torri e mura "a torta nuziale", un tempo cupi e arcigni, oggi sfavillanti, a mostrarsi come esempi di architettura sovietica, sede di alberghi e condomini di superlusso. Anche la Lubjanka, un nome che evoca torture e Siberia, è ora un palazzo pastello attorno cui scivola un flusso continuo di auto in un caos perenne. Sulla via omonima al n. 5, il ristorante Glavpivtorg, preferito una volta dalla nomenclatura, è piacevole, con tavoli-scrivanie in pelle, cameriere in divisa e piatti come terrina di funghi, straccetti di carne, finferli e panna acida, manzo con rafano (60 euro).
Mentre il fiume Moscova s'insinua nella città con le sue anse morbide, i tre anelli, i boulevard lunghi fino a 40 km - sì, alla francese, a testimonianza del passato colto (e colto è anche il presente) - sezionano la planimetria in zone con palazzine liberty come Casa Gorki, ambasciate, giardini con statue, caffè e club letterari. Al Cafè Pushkin, a più sale e piani, si pasteggia in un ambiente ottocentesco, applique a luce calda, mappamondi, sfere armillari, binocoli, librerie con libri d'antan. E un menu tradizionale (100 euro). Le cupole dorate, a bulbo o cipolla, delle chiese ortodosse bucano il cielo, gioiose e gongolanti.
Il 2012 è un anno perfetto per visitare Mosca. Il teatro Bolshoi, tempio mondiale del balletto, ha appena riaperto dopo 6 anni di restauri: 80mila mq, 2mila posti, palcoscenico e backstage ultratecnologici; lampadari, velluti, tappezzerie, decori riportati ai fasti dell'Impero (inaugurato nel 1825, fu trasformato in una sede di partito), con l'aquila bicipite al posto di falce e martello; programma di sala stellare. E poi ecco il primo centenario del Museo Pushkin che raccoglie il tesoro di Priamo, l'arte egizia e su su fino all'800; accanto, la Galleria d'arte europea e americana dei sec. 19° e 20° con capolavori impressionisti. La chiesa del Redentore, distrutta da Stalin, poi ricostruita, brilla nel suo intonaco candido e nell'oro delle cupole. Anche la Galleria Tretiakov è una magnifica scoperta con la collezione di icone più grande al mondo. Parte integrante, la chiesa di S. Nicola che somma due tradizioni artistiche, russa e occidentale. Dieci cantori di cappella costituiscono il Coro della Tretiakov.
Si pranza nella boiserie dell'Hotel Ritz Carlton, un fin-de-siécle ricostruito con maestria. O ci si siede da Petrovskij nell'Hotel Marriott Royal Aurora sulla via Petrovska, elegante, a due passi dal Bolshoi e dalla piazza del Maneggio. Arterie chic anche la Kuzneckii most e la Twerskaia, palazzi tra ‘800 e ‘900, dove al n.14 Eliseev rappresenta il tempio della gastronomia, un tripudio di leccornie tra soffitti e stucchi dorati. Era un salotto letterario frequentato anche da Pushkin. I magazzini Gum, sulla Piazza Rossa, 150 anni di storia restaurata magnificamente, oltre a offrire il meglio delle griffe, dispiegano un emporio con le eccellenze alimentari di ogni Paese. Sui 60mila mq della piazza, una sequela di torri si rincorre; la chiesa di S. Basilio a 10 cupole colorate suggerisce un mondo fiabesco in un contesto austero. Tra le visite possibili, l'Armeria con la collezione di uova Fabergé.
Dei monasteri che costellano Mosca, il più bello è Novodevicij, convento fortificato del ‘500 (visitabile), tra le cui mura le monache sono le silenziose custodi di palazzetti, chiese e un cimitero con tombe illustri. Fuori, a contrasto, il quartiere fieristico Mosca City Expo, del 2003, grattacieli, uffici, centri commerciali. E' il nuovo volto della città che convive con quello staliniano dell'Hotel Sovietsky, amato dal dittatore (intatta la sua suite). Tra vetrate, lampadari e poltrone di cuoio il ristorante Yar ogni sera propone uno spettacolo di varietà raffinato (con cena, 120 euro).
Ottimo il ristorante Panorama, al 23° piano dell'Hotel Golden Ring (www.hotel-goldenring.ru), vista a 360° su Mosca (80 euro). Si esce e si passeggia sulla Arbat, strada pedonale immortalata da Pushkin, Turgenev, Gogol, Bulgakov. L'anima della Vecchia Russia si fonde con lo sfavillio dei palazzi in vetro e acciaio.
(Francorosso: volo + 2 notti e colazioni in doppia da 560 euro cad., ogni notte in più 194 euro; www.francorosso.it, tel. 0171.313840).
Articolo pubblicato su Il Giornale il 22 febbraio 2012