15/01/2010 12:44:13 | |
Lisbona: suggestioni e creatività tra passato e futuro | |
Testo di Manuela Soressi
Bisognerebbe arrivarci dal fiume. Solo così, avvicinandosi alla città su uno dei traghetti che solcano il Tago, a filo dell'acqua che arriva a lambirne una delle piazze principali, il Terreiro do Paço, si scorge la somiglianza. E si intuisce che Lisbona è come un veliero: con un fianco adagiato sull'estuario di un fiume tanto ampio e tranquillo da sembrare un mare. E l'altro fianco appoggiato su sette colli. Un po' come Roma, salvo che qui i colli sono più alti e morbidi. E sono punteggiati di ombrosi belvedere, con giardini rigogliosi, cascate di fiori e tavolini con gli immancabili capannelli di anziani che giocano a carte. Questa è Lisbona. Una signora città, un po' fané un po' avveniristica, con stradine che arrivano dritte dritte dal mondo arabo, quartieri eleganti che profumano di Francia e architetture modernissime che sembrano traghettarci verso il futuro. Un puzzle di quartieri ciascuno con un suo stile e una sua atmosfera: medioevale nell'Alfama, rinascimentale a Belém, neoclassica nella Baixa, liberty lungo l'Avenida da Libertade, futuribile nel Parco delle Nazioni, multietnica a Santo Amaro, elegante nel Bairro Alto. Sono tanti piccoli mondi che danno identità a questa capitale di uno Stato piccolo (in totale in Portogallo ha solo 10 milioni di abitanti, 600.000 dei quali a Lisbona) che per però è stato grande. Quando ha affrontato con le sue navi l'oceano sconosciuto per cercare nuovi spazi. Con il fiato sul collo della vicina Spagna, a separarli dall'Europa, i portoghesi sono sempre spinti verso ovest, verso l'Atlantico. E sono stati i primi ad inaugurare l'epoca delle grandi scoperte geografiche; arrivando in Brasile, Cina e Giappone. Salvo poi farsele "scippare" dai galeoni spagnoli. Ma questa è un'altra storia. E comunque piace pensare che la saudade, quel misto di nostalgia e dolcezza che tanto caratterizza il carattere lusitano, venga proprio da lì. Dai sentimenti e dagli sguardi delle donne che vedevano partire i loro amati verso l'ignoto. E che riversavano i loro sentimenti nel fado, la musica tradizionale portoghese, che significa appunto "fato". Ma il destino di Lisbona adesso guarda al futuro. E' come se il tempo si fosse messo a correre. E la città bianca, per secoli rinserrata nella nostalgia delle sue antiche glorie di regina dei mari, abbia spostato lo sguardo dal passato al futuro. Un altro salto in avanti di una capitale, la più occidentale d'Europa, che in un ventennio ha vissuto una vera rivoluzione. Chi ha negli occhi i palazzi foderati di azulejos, i piccoli tram di legno d'inizio secolo, la voce tagliente di Amália Rodrigues o le curiose marinerie scolpite nella pietra dei portali rinascimentali deve aggiornarsi, perché oltre a tutto questo straordinario mondo lusitano ora c'è molto di più. Il quartiere-simbolo della nuova Lisbona è Santos, una zona di ex magazzini portuali lungo l'estuario del Tago che è_diventata il "design district" della città: è qui che si concentrano gli atelier e i locali più creativi. Come la Galeria Riverso (rua da Esperança 59) che vende splendidi gioielli di giovani stilisti o il trendy Cop '3 (largo Damásio 3), dove lo star-chef Nuno Damaso propone la sua nuova cucina portoghese, o il suggestivo Moon (rua da Cintura), minimalista e con vista sul fiume. Ma per la notte il più gettonato è il Kais (cais da Viscontessa), suggestivo locale ricavato in un vecchia centrale elettrica a bordo fiume. In attesa di vedere gli edifici che hanno progettato i più famosi architetti del mondo (da Norman Foster a Frank Gehry) si può proseguire a costeggiare le acque tranquille del Tago fino a Belém, il sobborgo di Lisbona dove rimangono i monumenti più antichi della città. Infatti, questa zona, trovandosi proprio sui terreni sabbiosi dell'estuario del Tago, è stata risparmiata dal terremoto che ha raso al suolo Lisbona nel 175. La concentrazione di turisti si deve allo splendido Mosteiro dos Jerónimos, il più bell'esempio di quell'arte manuelina nata grazie alle ricchezze provenienti dalle colonie e che sbarcavano proprio qui di fronte. Chiesa convento e chiostro sono il trionfo del gotico più tipicamente portoghese, fatto di particolari presi dal mondo della marina ed esotici: nodi, vele, navi, animali misteriosi e chi più ne ha più ne metta. Poco distante c'è la Torre di Belém, altra icona della Lisbona da cartolina: una sorta di caravella ricamata nella pietra e ancorata sulle rive del Tago come la barchetta di un bimbo particolarmente fantasioso. Qui basta mescolarsi alla folla per trovarsi nei locali severi (ma profumati di cannella) della Pasteis de Belém (rua de Belém, 84), che produce gli autentici dolcetti di sottile pasta sfoglia e crema caramellata diventati il dolce tipico della città. Un altro polo di attrazione è il Centro Cultural de Belém, una grande "scatola" di granito rosa che ospita da alcuni mesi il Museu Colecção Berardo: 1000 opere di 500 artisti contemporanei, da Picasso a Miró, da Magritte a Pollock. A pochi passi da un anno ha aperto il Jerónimos 8 (www.almeidahotels.com, da 150 euro a persona per il pacchetto due notti), il primo design hotel di Lisbona. Festeggia invece i suoi primi 10 anni l'altro grande quartiere-simbolo della nuova Lisbona: il Parque das Nações, nato per ospitare l'Expo 1998. Un'area portuale dismessa trasformata in un saggio di architettura moderna, con spazi enormi dove i lisboneti amano passeggiare, fare acquisti, sentire un concerto o prendere un caffè. Per cogliere la modernità estrema ed elegante bisogna arrivarci con la metropolitana in modo da attraversare la Estaçao do Oriente, la stazione che ha lo stile inconfondibile di Santiago Calatrava: un origami di vetro che conduce in uno shopping center bello e luminoso simile a una nave da crociera. Certo, passeggiando qui si ha l'impressione che Lisbona sia tutta luce: quella che gioca con le trasparenze dei vetri e che rimbalza sulle facciate a specchio dei grattacieli. Ma non è così. C'è ancora, ed è sempre più bella, la città storica, quella profonda e intimista disegnata a tavolino dopo il terremoto del 1755. E' la Baixa, una scacchiera di vie regolari e palazzi signorili che si dipana attorno a tre grandi piazze: il trafficato Rossio, la popolare Pra_a da Figueira e infine la scenografica Pra_a do Commercio, con tre lati chiusi dai portici e il quarto aperto sul fiume e sull'infinito. Da qui si risale al Chiado, il quartiere dello shopping alla moda. Le tappe immancabili? L'acquisto di profumi e cosmetici dal delizioso look vintage da Una Casa Portuguesa (rua Anchieta, 11) e la sosta per una bica (la robusta versione locale del nostro espresso) al Cafè Brasileira (rua Garrett 120), magari a fianco della statua del suo cliente più illustre, Fernando Pessoa. Pochi passi e ci si trova in quel dedalo di strade che è il Bairro Alto, tanto sonnolento di giorno quanto scatenato di notte, regno della movida e dell'arte alternativa. Su muri, case, marciapiedi e segnali stradali ci sono così tanti graffiti, stencil e sticker e sono talmente belli che sono stati classificati diventando un circuito espositivo, quello del Museu Efémero, dedicato a tutte le espressioni dell'arte urbana dipinte sui muri. Sono state censite e selezionate le centinaia di graffiti, stencil e sticker che nel corso degli anni sono comparsi su muri, pareti e finestre del Bairro Alto. Moltissimi di writer anonimi, molti firmati da nomi celebri a livello internazionale, come Dolk e Jef Aerosol, o da artisti portoghesi emergenti, come Efeito Magenta e Colectivo Bitmap. Le 33 opere più rilevanti del Museu Efémero si possono scoprire seguendo l'audioguida per l'mp3 scaricabile da www.museuefemero.com . La street art conquista anche alcune nuove gallerie del Bairro Alto, come In-Cubo (rua Dom Pedro V, 56)che è nata come spazio creato per l'esposizione e la vendita delle opere di giovani talenti che si esprimono attraverso le forme della urban art. Street art d'autore, miscelato a vintage e il modernariato alla Loja da Atalaia, piccolo concept store in pieno Bairro Alto (rua da Atalaia 71).
DORMIRE Heritage Av Liberdade
Bairro Alto Hotel
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