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  26/04/2009 22:56:40
  LINEE DI CONFINE
 
Testo di Matilde De Poli, foto di Filippo Sarzana e Sirio Vanelli

 

 

Anche in una giornata uggiosa e malinconica l'aria frizzante del più piccolo capoluogo lombardo, Lodi, dona comunque una sferzata di allegria. Questa cittadina viscontea ospita, infatti, fino al due maggio, presso la Casa del Popolo locale, un concentrato di arte fotografica, inventiva, colore ed intuizione: l'esposizione di ventuno fotografie ad opera di Filippo Sarzana e Sirio Vanelli. I ragazzi, ventenni lodigiani, hanno saputo originalmente nutrire con un substrato filosofico molto interessante tutti i loro lavori: il filo rosso che collega tra loro foto singolarmente diverse, per soggetti e toni, consiste nelle ‘'linee di confine''. Si tratta, come spiegano i due autori, di quelle linee di contorno che ci racchiudono, ci opprimono, perseguitano e limitano. Linee che noi, per natura, siamo portati inconsciamente a vedere ovunque, in un quadro, una foto, una persona, un paesaggio, un computer, nella nostra società. Ma che, non per questo, siamo obbligati ad osservare. L'estro di Sirio e Filippo sta proprio nell'aggiungere alle foto originali, ritoccate solamente nei contrasti per aumentare la brillantezza dei colori, due linee nere perpendicolari, di grandezza e spessore in armonia con la figura d'insieme. Questa mossa, senza costituire un ostacolo nell'osservazione, induce lo spettatore a prendere coscienza dell'esistenza di questi confini e focalizzare una sezione particolare della foto. A questo punto mi accorgo della trappola: immersa nella luce soffusa del locale, guidata dalle linee di confine, ho tralasciato la visione d'insieme della foto, la percezione del tutto. Due paia di occhi azzurri mi guardano sorridenti. Chiedo come sia nata quest'idea, loro mi rispondono: "Dall'osservazione! L'uomo crea queste costruzioni artificiali, divertito nell'autolimitazione di se stesso. Forse l'uomo, ormai incapace di vedere oltre, si ferma lì dove il soffermarsi non comporta nessuna fatica". Già, osservare il particolare in sé, il dettaglio, è piacevole perché ammiriamo l'arte per l'arte. Invece loro, instancabili pittori fotografici dell'inconsistenza più pura, queste linee di confine le vogliono abbattere. Filippo, in arte Ego, aggiunge: "Vogliamo che anche gli spettatori guardino oltre e vedano ciò che noi in quella stessa foto abbiamo visto". Non la semplice immagine di un ragazzo, solitario e triste, dunque, ma la rappresentazione della Solitudine, della Tristezza, del più ampio concetto, dell'idea al di là della realtà fattuale. Ma come pensano concretamente di abbattere queste barriere? Per Sirio la soluzione sta, appunto, nel guardare nell'insieme sia le foto, sia la realtà. "Quante volte - dice- badiamo solo a certi aspetti delle persone con cui ci relazioniamo. Smantelliamo la superficialità" . E la fotografia di un volto dall'occhio turchino segato da una linea nera ne è un esempio eloquente. "Personalmente - dice Filippo - per andare oltre intendo migliorarmi continuando a fotografare e cogliere frammenti di realtà da assemblare oltre la loro mera realtà, lasciando spazio all'immaginazione, alla fantasia di ciascuno, che interpreta le cose sempre in modo nuovo ". È così che anche i luoghi e le azioni quotidiane, ma sincere, sono strappate dal fluire del tempo e immortalate nelle fotografie, colte perché interessanti in quell'attimo, senza una cernita di pose. I ragazzi non hanno un luogo prediletto, perché la scelta avviene sul momento, anche se fotografano prevalentemente en plein air. I soggetti sono tutti diversi, vanno da un dinamico ballerino francese a un gruppo di amici in un parco, dalla ripresa di un salto di una staccionata, da un cortile fiorito, da un crepuscolo spettacolare a tre ombre che giocano. Girando per l'esposizione ‘'si va saltando oltre le linee, fuori dalle righe, liberi di essere ciò che realmente si è, di vedere ciò che realmente si vede, di capire ciò che in realtà si capisce''.

 


La mostra ‘'Linee di confine'' è aperta fino a sabato 2 maggio tutti i giorni presso la Casa del Popolo di Lodi, via della Salvagreca, vicolo A, Lodi. Lodi è raggiungibile dalla strada statale SS9 Via Emilia e da numerose strade provinciali tra cui la ex SS 235 Pavia-Brescia e la ex SS 472 Treviglio-Lodi. Le strade convergenti sulla città sono raccordate dalle tangenziali Sud ed Est. Nelle vicinanze transita inoltre l'Autostrada del Sole A1, uscita Lodi.

 


 

 

 

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