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L' ARTE RUPESTRE PREISTORICA NEL SAHARA LIBICO | |
![]() L' ARTE RUPESTRE PREISTORICA NEL SAHARA LIBICO
Circa 10-12 mila anni fa gruppi di cacciatori negroidi provenienti da sud frequentarono i massicci dell'Acacus e del Messak a scopo di caccia. Furono gli autori dei primi graffiti, raffiguranti i grandi esemplari della fauna selvaggia (fase artistica del Bubalus antiquus), ritratti con un vigoroso stile naturalistico. Gli stessi 9-8.000 anni or sono cominciarono a dipingere strane figure antropomorfe, dette "delle Teste rotonde", tutte incentrate su grandi figure umane dalla testa rotonda ma prive degli elementi del viso. Si tratta delle immagini più enigmatiche di tutta l'arte sahariana. Il tema dominante è quello del sacro e del divino. Scarse le raffigurazioni di animali, ma è sicuramente il periodo in cui iniziano i primi tentativi di ammansimento di alcune specie faunistiche e di sfruttamento di talune piante selvatiche, nonché della nascita della prima ceramica. Queste compaiono in tutto il Sahara per due millenni e sono formate da figure monocromatiche rosse, composizioni policrome con animali selvatici di media taglia (antilopi e mufloni) e scene rituali di difficile lettura. Stilisticamente dimostrano un'incredibile modernità, in un universo permeato di aspetti simbolici che denotano una notevole ricchezza culturale. Con le società pastorali (VIII-IV millennio) si entra nel Neolitico vero e proprio, quando l'uomo - in presenza di un notevole sviluppo demografico - trae la maggior parte delle proprie risorse alimentari dall'agricoltura e dalla pastorizia. Gruppi etnici dal profilo mediterraneo si affacciano nel Sahara, dove si mescolano alle precedenti popolazioni negroidi. L'arte bovidiana, la più abbondante e diffusa capillarmente per tremila anni con pitture e incisioni, attesta un nuovo movimento culturale di stupefacente ricchezza espressiva e di potenza artistica, un'arte narrativa che pone il bestiame (bovini pezzati, pecore e capre) al centro dell'universo e ritratti con notevole accuratezza, quasi divinizzati. Funzioni, comportamenti e attività umane sono illustrati con ampi dettagli, indice di una tecnica notevole e consolidata, così come i caratteri somatici, le acconciature e gli abiti. Con la comparsa del cavallo (1500 a.C.) e del dromedario (epoca cristiana) si esce dalla preistoria per entrare nella storia. La desertificazione da tempo avanza implacabile, il Sahara si spopola, l'economia impoverisce e l'arte fa altrettanto: diventa schematica, scadente e monocroma, con la figura umana ridotta ad un doppio triangolo a forma di clessidra e un semplice bastoncino al posto della testa, in totale assenza di proporzioni. Dopo 10 mila anni la grande epopea culturale e artistica dell'uomo nel Sahara termina, per colpa del clima che lo rende invivibile: alcuni rimarranno, e sono i Garamanti predecessori degli attuali tuareg, che riusciranno a trarre sussistenza dalle oasi e dal commercio transahariano, altri migreranno in direzione sud con le loro mandrie di bovini verso la meno arida area saheliana, altri infine trasmigrano nell'ultimo tratto di deserto in grado di offrire ancora condizioni ambientali accettabili, la valle del Nilo, dove contribuiranno allo sviluppo della grande civiltà faraonica, portatori delle loro acquisizioni culturali come i prodromi della scrittura geroglifica e l'imbalsamazione dei defunti. L'operatore milanese "Adenium - Solizioni di viaggio" (tel. 02 69 97 351, www.adeniumtravel.it), specializzato in turismo culturale con accompagnamento qualificato, propone dal 28 febbraio al 7 marzo 2009 un tour nel Sahara libico del Fezzan, alla scoperta dei capolavori dell'arte preistorica celati nell'Acacus e nel Messak Settafet. Il viaggio sarà eccezionalmente accompagnato da Adriana Ravenna Scarpa, esperta di arte sahariana e scopritrice di parecchi graffiti e pitture rupestri. Voli di linea da Milano a Sebha via Tripoli, itinerario in fuoristrada, accompagnatrice dall'Italia, pernottamenti in hotel a 3 e 5 stelle e in campo tendato fisso dotato di tutti i comfort con pensione completa, assicurazione e guida Polaris, quote da 1.650 euro.
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