LA' DOVE LA BELLEZZA INCONTRA LO SPIRITO
Testo di Grazia Paganuzzi Si apre il cuore in un immenso abbraccio davanti alla vista verdissima su cui si affaccia il Santuario della Madonna del Bosco. Siamo non lontano da Merate, in direzione di Lecco: di fronte si stende rigogliosa la valle dell'Adda, che segna il confine tra la pro-vincia di Bergamo e quella di Milano. Non lontano si trovano la chie-sina in stile romanico di Arlate e il paese Sotto il Monte, dove nac-que papa Giovanni XXIII, che da bambino veniva qui a pregare in-sieme a tanti altri...Guardando la lunga scala del santuario dal bas-so, sembra che salga fino al cielo e la sua storia ne è testimone. Il complesso fu costruito dopo un evento singolare, considerato mi-racoloso, avvenuto intorno al 1600: tre pastorelli videro su un castagno tre ricci fuori stagione. Da allora fu avviata l'edificazione della chiesa, ampliata via via successivamente. Ancor più inaudito fu il secondo fatto che ne seguì. Un bambino stava per essere sbranato da un lupo quando la mamma cominciò a pregare intensamente la Madonna che lo salvasse, allora il lupo aprì le fauci e depose istan-taneamente il bambino per terra. A seguito di questo evento "miracoloso" il santuario divenne vero e proprio luogo di culto di Maria. Oggi le rampe della scala sono interrotte da piccole piazzuole dove i fedeli, che salgono dicendo il rosario, si possono fermare davanti al-la statua della Vergine o di papa Giovanni. Quando si arriva in cima, sotto il porticato, all'entrata della cappella della Madonna, pare davvero di toccare un po' il cielo. Al suo inter-no, sulla destra, si ammira tuttora il quadro della Madonna, ritenuto "miracoloso", e attorno, le statue della Vergine e dei Santi. Al primo piano invece si apre, intima e raccolta, la chiesina, luogo di canti e silenzi, mentre, all'uscita, si può ascoltare il canto degli uccelli davanti all'orizzonte, respirando un po' di infinito... Risalendo sul retro, lungo un sentiero in mezzo al bosco, si ripercorre la via Crucis. Giunti in cima si intravvede la torre di Villa Castel-barco, antico baluardo per la segnalazione dei nemici che venivano dal lago, risalente al 1300-1400, ma rifatta in seguito. Lo sguardo si perde, alfine, ai confini con le ombre scure che disegnano i profili delle montagne, la Grignetta e il Resegone, là dove ri-comincia il cielo...
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