CARTAGENA " la città più bella del mondo"
Testo di Manuela Soressi E' "la città più bella del mondo", parola di Gabriel García Márquez, uno che il mondo lo ha girato in lungo e in largo, e che Cartagena de Indias la conosce bene, visto che ci ha vissuto per anni in una discreta casa con vista sul mare, dove oggi torna per le vacanze. Lo scrittore ha ambientato in questa città colombiana uno dei suoi romanzi più celebri, "L'amore ai tempi del colera", una struggente storia d'amore che ora è diventata un film, attualmente nelle sale italiane. La pellicola è stata girata nel centro storico di Cartagena. Non c'è da stupirsi: con i suoi colori squillanti, le chiese dell'epoca coloniale, i giardini rigogliosi e l'aria indolente del Caribe, sembra un set cinematografico ed è lo scenario perfetto per una lovestory intensamente latina. In questa stagione, poi, (la migliore per godersi il sole dei Caraibi) tutto parla di passione, persino le muse mulatte e sensuali dipinte sul soffitto del teatro Heredia che rappresentano le belle arti in un modo molto colorito e carnale. O i fiori e le piante dei patios dei conventi. A rendere così ricca e fastosa Cartagena è stato il suo porto, costruito a partire dal 1533 dagli Spagnoli su un gruppo di isole coralline. Da qui partivano per l'Europa i galeoni carichi di oro e di pietre preziose. Questo ha reso la città ricca ma ha costretto anche a difenderla dagli attacchi dei predoni: ecco perché il suo centro antico è ancora oggi racchiuso da una cinta di mura. Salendoci sopra (arrivano fino a 12 metri) si può fare una bella passeggiata che permette di vedere, a volo d'uccello, i tetti irregolari, i balconi fioriti e i patios nascosti di case e palazzi. L'altro baluardo militare che difende Cartagena è il Castello di San Felipe de Barajas: alto sulla collina, è curioso per il suo dedalo di gallerie, dove i rumori esterni suonano amplificati (un trucco ingegnoso per sventare in anticipo un eventuale attacco nemico,) e per il monumento alle scarpe vecchie di una nota poesia locale, che sta ai piedi della fortezza. Però, superate le mura per entrare nel centro storico, Cartagena non dà affatto l'idea di una città militare. Al contrario, sembra di tornare all'epoca dei Conquistadores, soprattutto quando le automobili lasciano il passo alle carrozze che portano in giro i turisti. A colpire sono soprattutto i colori: delle case (che sembrano caramelle), delle bouganvilles e delle venditrici ambulanti di zucchero filato. E poi c'è il blu del mare, che in alcuni punti sembra quasi lambire le mura. Le acque tiepide e le spiagge tranquille diventano ventose con il passare delle ore, così a metà pomeriggio si vedono le palme da cocco piegarsi come se stessero danzando. E' il momento migliore per passeggiare in centro, perché, dopo la siesta, Cartagena si rianima. Basta vedere l'animazione che c'è attorno alla Porta dell'Orologio o in piazza di Santo Domingo, fino alla chiesa di San Pedro Claver, nel cui giardino alberato vivono pappagalli e tucani. Attorno un dedalo di strade e stradine, dov'è bello perdersi dietro le suggestioni delle persiane semichiuse o dei balconi in legno colorato, entrando nei negozietti per comprare coloratissimi bijou o preziosi smeraldi, il souvenir locale più ambito (i più belli si trovano da La Casa del Joyero, in calle Santos de Piedra). Sbirciando oltre i portoni si scoprono case lussuose, con piscine e giardini privati. Al tramonto la vista più ammaliante si ha dal convento della Popa, costruito dagli Agostiniani sul colle più alto della città. Da qui lo sguardo arriva sino ai quartieri moderni, tutti grattacieli e palazzoni. In confronto la città antica sembra ancora più bella, un vero gioiellino. Ammaliante e indolente di giorno, la notte si trasforma. Diventa sfrenata e ammiccante: la musica invade i vicoli e le piazze si riempiono di tavolini e di gente per "rumbear toda la noche", ossia far baldoria sino all'alba. Magari salendo sulle chivas, bizzarri, colorati e spartani bus aperti, dove si beve rum e cola al suono di un'orchestrina, mentre si gira per la città. Da dietro i palazzi coloniali spuntano i musicisti: bastano due note per vedere le coppie alzarsi e avvinghiarsi in balli più che sensuali, carnali ma mai volgari. E' un piacere vederli questi uomini e queste donne, di ogni età, che si stringono, si prendono e si lasciano senza sbagliare un passo e senza perdere la straordinaria eleganza dei movimenti. Per la cena gli innamorati scelgono La Escollera de la Marina (calle Santa Teresa y San Juan de Dios, tel.6600381, da 15 euro), dove si mangia a lume di candela gustando il sancocho de sábalo, un piatto di pesce in salsa di cocco e fettine di banane fritte. La cazuela de mariscos, una zuppa di frutti di mare e crostacei, è il vanto di Casa de España (calle de la Factoría, tel.6641471, da 5 euro). Nella città vecchia ci sono gli hotel di charme, come la Casa del Arzobispado (tel. 0057-56644132, www.hotelcasadelarzobispado.com), ricavato in un palazzo antico, con camere romantiche e piscina. Le doppie partono da 135 euro. Per passare direttamente dalla camera alla spiaggia perfetto il Las Americas (tel. 0057-56567222, www.hotellasamericas.com.co), un resort a cinque stelle affacciato sul mare. Grandi camere tranquille a partire da 170 euro. A Cartagena ci sono una ventina di km di spiagge, morbide e bianche, e molti dei grandi alberghi delle zone moderne hanno il loro lido privato. Ma il mare più bello è quello delle Isole del Rosario, un arcipelago di 30 isolotti, diventato parco naturale protetto, che si trova di fronte alla città. Ci si arriva in un‘ora di navigazione con le barche che partono in continuazione dal Muelle de los Pegasos e solitamente arrivano alla Isla Grande, la principale. Qui l'acqua è splendida, le spiagge ampie, lambite dalle mangrovie, e ci sono posti spettacolari per fare snorkeling lungo la barriera corallina, popolata di pesci tropicali dai colori incredibili.
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